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Nov
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Dai tempi in cui studiavo filosofia a scuola la psicologia, il desiderio di stare bene e di comprendere gli altri mi ha sempre affascinato, infatti ho voluto cominciare il viaggio alla scoperta di sè molto presto.  Mi sono laureata ho fatto 2 master e la specializzazione in psicoterapia analitica junghiana, che ho portato avanti con molto amore.

Nel 2004 ho iniziato a praticare yoga ed accadde che dopo 4 mesi si  sciolse nella mia vita uno di quei nodi presenti da sempre, allora cominciai a notare che

il corpo non è solo il riflesso di quello che abbiamo dentro, ma anche lavorando sul corpo possiamo arrivare a star meglio interiormente.

Nel tempo poi con lo yoga ho capito che il valore dello yoga non sta solo nello stile di vita sano o nella sensazione di benessere immediata che si vive praticando questa disciplina , c’è molto di più.

Allora ho cominciato a interessarmi a quelle vie, quei rimedi bioenergetici e bionaturali che guardano all’individuo in senso OLISTICO.

E cioè, come si può dire che un brano musicale è più della somma delle singole note perché è qualcosa di più, così la persona non ha un corpo una mente e uno spirito separati, ma questi sono aspetti di un’unica Entità che è appunto l’essere umano.

Quindi un cambiamento in una di queste sfere comporta un movimento anche nelle altre. Così mi sono appassionata ai fiori di Bach, alla cromopuntura e ad altri piccoli “aiutanti”.

Penso che nell’organismo ci sia una naturale evoluzione del processo psichico, quindi mentale, spirituale energetico, fisico, emotivo. E penso che anche quando ci sono delle difficoltà, è innato dentro di noi un meccanismo che porta naturalmente all’ autoguarigione, a tutti i livelli.

La difficoltà arriva per permetterci di tirare fuori le nostre risorse ed evolvere, fino a realizzare il potenziale che si nasconde in ognuno di noi. E il valore del fiore di loto simbolo dello yoga sta proprio in questo. Ovvero nasce dal fango, quindi dalla sofferenza, dalla difficoltà, ed è uno dei fiori più belli che ci siano.

Lo yoga lavora sul nostro mondo interiore perché ci mostra una via, dentro di noi, per TRASFORMARE quello che succede, anche il nostro disagio o dolore in qualcosa che diventi una risorsa per noi e per gli altri.

E questo si chiama Amore.

Per esempio, personalmente se non avessi avuto le difficoltà che ho incontrato nella vita, oggi non potrei aiutare tante persone con il mio modo di fare terapia. Infatti gli orientali, in particolar modo i cinesi, usano nel loro linguaggio lo stesso ideogramma per dire crisi e per dire opportunità.

Poi ci sono tante relazioni tra il mondo dello yoga e la psicologia analitica junghiana, infatti Jung si è interessato moltissimo della filosofia orientale e questo interesse si vive nella sua opera.

La psicologia junghiana e lo yoga condividono molte cose. Un es può essere che l’obiettivo dello yoga si dice essere l’illuminazione; traduciamo questa parola in modo che sia comprensibile ovvero immaginiamo l’espansione della coscienza, la possibilità di vedere oltre, come quando si dice di una persona che è di larghe vedute o quando si dice di ampliare gli orizzonti.

Così nella psicologia analitica il benessere sta nel rapporto e nel dialogo che l’individuo può avere tra la sua parte cosciente e quella inconscia e nella possibilità di vedere, di portare alla LUCE i contenuti inconsci e allinearli con la coscienza in funzione dell’espressione del proprio potenziale

In sostanza CONOSCERE SE STESSI

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