Il termine Meditazione significa azione del meditare, il quale deriva dal latino meditor, meditare, riflettere, mederi che significa curare, prendersi cura, e dal greco medo-mai che significa misurare attraverso il pensiero, pensare a, darsi pensiero di.
La Meditazione aiuta a :
Trovare la giusta distanza dalle cose
Essere presenti nel qui ed ora
Mettersi in contatto con la parte più intima di sé (il Sé profondo)
Incontrare uno stato di calma attenta e spaziosa, consapevolezza, a cui poter accedere
Incontrare l’assenza di giudizio, nella sua accezione positiva o negativa
L’assenza di reazioni di repulsione o attaccamento
la Consapevolezza delle sensazioni, delle percezioni, dei pensieri, delle motivazioni, delle azioni
Osservare in maniera imparziale
Lasciar scorrere
Tra i benefici più comuni:
Rende la mente più serena e lucida – Aiuta a chiarirsi le idee – Riduce lo stress, l’ansia, la paura, gli stati depressivi, la ruminazione – Calma i nervi e rilassa – Stabilizza l’umore – Sviluppa un senso di benessere – Insegna a tenere dritta la schiena – Aumenta le facoltà mentali – Sviluppa connessioni neurali – Sviluppa la capacità di gestire il dolore cronico – Sviluppa la capacità di auto-controllarsi – Migliora la concentrazione, specie nel lavoro, negli studi e nell’attività sportiva – Sviluppa la consapevolezza
Rende più chiara la visione di quello che vogliamo dal nostro futuro – Aiuta a comprendere l’importanza del momento presente, cioè l’unico in cui siamo in grado di sperimentare la felicità – Contribuisce a creare armonia nelle relazioni – Sviluppa benevolenza verso gli altri- Espande la coscienza – Ti fa fare esperienza del silenzio della mente
Nella meditazione entriamo dentro noi stessi, rivolgiamo lo sguardo all’interno, in quel mondo tutto nostro che a volte finiamo per non abitare. Quando siamo in contatto con le nostre sensazioni, i nostri pensieri e li osserviamo senza agire e senza giudicare, stiamo già meditando.
Nel mondo dello yoga Patanjali, nei primi secoli a.c., compilò gli Yoga sutra, all’interno dei quali descrisse gli “otto anga” dello yoga. Questi ultimi sono aspetti diversi di questa antichissima disciplina nata in India in epoca antecedente il IX sec a.c. a cui risalgono le Upanisad. Si sostiene che lo yoga, come pratica e come filosofia, abbia origini pre-vediche e sia indigeno al subcontinente.
Gli ultimi 3 anga si focalizzano sugli stati di coscienza: Dharana, Dyana, Samadhi.
Dharana è la concetrazione, ovvero quando la mente porta la sua attenzione su qualcosa ed è un processo funzionale e preparatorio ad alcuni tipi di meditazione.
Dhyana è la contemplazione, mantenere a lungo e senza interruzioni la concentrazione profonda. L’oggetto della meditazione permea la coscienza del praticante ed il suo corpo, il respiro, la mente, i sensi e l’ego si fondono con l’assoluto.
Samadhi è uno stato di coscienza, che rappresenta l’obiettivo principale dello yoga, caratterizzato dalla liberazione e dal risveglio. Si sperimenta come se fossimo presenti ma non vigili, come coscienza in espansione che va al di là del corpo e dei sensi e che si riunisce al tutto.
Le posizioni, gli esercizi di respirazione, la filosofia di vita che segue un praticante di yoga sono funzionali per arrivare a meditare, sia per riuscire a restare a lungo nella posizione di meditazione con la colonna verso l’alto senza fare sforzi, e sia perchè attraverso la pratica fisica, corporea, l’energia torna a scorrere libera nel corpo, e questo procedimento ha un riflesso anche nel mondo interiore. Infatti nel tempo, a volte anche in breve tempo, lo yogi inizia a notare che all’interno del suo modo di pensare o di stare al mondo avvengono delle trasformazioni profonde.
La pratica costante della meditazione apre un nuovo mondo. Espandendo la coscienza apre lo sguardo alle infinite possibilità insite in ogni momento dell’esistenza. Apre la via della liberazione, della beatitudine, dell’Amore e della gratitudine.